Diario di Bordo: tappa n. 34
La trentaquattresima tappa del Diario di Bordo vede oggi salire “in navicella” Giulia Ricci, giocatrice della nostra Serie C. La passione di Giulia per la pallavolo nasce quando aveva 12 anni e da lì è stato amore puro; sin da piccola ha sempre sognato di entrare nel mondo M&G ed alla fine ha potuto coronare il suo sogno. Con Grotta ha vissuto e sta vivendo emozioni uniche vincendo anche due bellissimi campionati … Oggi, oltre ad aprirci il suo cuore, vuole dare dei consigli alle nuove leve del volley, coloro che rappresenteranno il futuro della pallavolo. Siete pronti a leggere ciò che vuole dirci? Bene, ed allora … Three, two, one… ignition!
Giulia: un amore così grande
Caro diario,
sai che per me questo è il quinto anno con la M&G? Effettivamente ho sempre reputato Grotta come una “vicina di casa” e fin da piccola l’ho conosciuta (era già in Serie A) e vista con un occhio desideroso di poterne prima o poi far parte. E così è stato!! In questa società ho vinto, con la mia squadra, il campionato di Serie D e, l’anno scorso, di Serie C raggiungendo quindi dei traguardi davvero importanti che porterò sempre con me.
La passione per il volley è nata, per una questione affettiva, a 12 anni: son ben 23 anni che dedico impegno, tempo, sudore, arrabbiature (come è normale che sia, mettendoci tanto cuore), sacrificio, sangue per la pallavolo. Ho incominciato casualmente (tardi, a livello sportivo): la mia amica del cuore voleva iniziare ad intraprendere questo bel percorso e quindi, per fare un’attività insieme, l’ho seguita; da quell’anno lì non ho più smesso.
Dopo tutto questo tempo, ora come ora, non so come sarà il mio futuro: più vai in là col tempo a livello sportivo (io sono un po’ vecchietta in questo senso) più gli acciacchi aumentano; dal punto di vista fisico il peso comincia a farsi sentire anche perché lavorando ci sono diversi impegni, progetti che si vogliono giustamente portare a termine. Se bisogna fare una valutazione obiettiva della situazione non so per quanto tempo potrò continuare … sto pensando di fermarmi ma non è semplice mollare, infatti “il primo amore non si scorda mai”, e per me il volley è passione pura. So che sarà dura anche dopo aver lasciato anche perché quando uno termina di praticare uno sport poi gli escono il triplo degli acciacchi; va beh più in là valuteremo il da farsi ihih. In questo momento non voglio proprio pensarci!
Sicuramente in 23 anni di volley mi sento comunque di poter dare dei consigli alle giovani, alle nuove leve che saranno il futuro della pallavolo (ve ne sono diverse anche nella nostra squadra). Per fare ciò vorrei partire dalla mia esperienza: ci sono stati anni bellissimi, indimenticabili ma anche stagioni negative, faticose che mi hanno richiesto tanto e che mi hanno dato poco rispetto ad altre annate. Il segreto è cercare di non mollare mai e pensare che comunque, se si ama questo sport, è necessario trovare il coraggio di superare i momenti no, quelli in cui ci si sente anche un po’ soli, un po’ giù perché non si riesce a fare determinate cose. È fondamentale, soprattutto da giovani, avere sempre la forza di andare oltre, rimboccarsi le mani e lavorare sodo; bisogna imparare il sacrificio: il nostro sport, come ogni altro, lo richiede ed è essenziale capire poi che tutto questo sacrificio, a breve o a lungo termine, è garantito che ti ripagherà tantissimo. Quindi non mollare, appunto, impegnarsi, vedere i momenti brutti come stimolo ed input per fare sempre meglio, sapersi adattare, trovare la forza anche nelle compagne ed imparare da esse, essere umili per poter riuscire insieme e per ricordarsi dei bellissimi istanti trascorsi sempre con un sorriso. Vedere nel negativo qualcosa di buono e rammentare, special modo nei periodi peggiori, che qualsiasi cosa succeda dentro o fuori dal campo (come in ogni altra attività) è fondamentale per crescere perché lo sport fa diventare autonomi (questo lo si vede anche nel semplice prepararsi il borsone la sera), indipendenti sin dalle piccole cose. Il volley ti chiede tanto, è vero, però ti lascia il doppio; ti offre una mentalità e uno stile di vita che può sempre aiutare, soprattutto lontano dal taraflex. Una persona che vive nello sport si perfeziona e matura in modo completamente diverso da una persona che non ha questa fortuna; bisogna, dunque, apprezzare qualsiasi cosa ti regala la pallavolo perché sia le gioie, le soddisfazioni che i pianti, le arrabbiature servono tutti, se presi nella maniera giusta, per crescere e, in questo modo, le soddisfazioni prima o poi arriveranno sicuramente!
Giulia