Vastes: call it magic!
Call it magic [Chiamala magia]
Call it true [Chiamala verità]
And if you were to ask me [E se tu mi chiedessi]
After all that we’ve been through [Dopo che tutto quello che abbiamo affrontato]
Still believe in magic? [Se credo ancora nella magia]
Yes, I do [Ti direi di si, ci credo]
Of course I do [Ovviamente ci credo]
Molto spesso prendiamo ispirazione dalla musica per fotografare pezzi della nostra vita, attimi o momenti di gioia (o dolore) per i quali un brano, o parte di esso, sembra scritto appositamente.
Ho pensato a lungo a come immortalare l’ennesimo momento storico vissuto dalla Pallavolo Grottazzolina in questa assurda (quanto emozionante) stagione sportiva, e tra mille note e refrains del mio (peraltro limitatissimo) bagaglio musicale d’un tratto salta fuori lui, Chris Martin.
D’istinto, infatti, verrebbe da pensare a qualcosa che richiami un’impresa, una prestazione stra-ordinaria consistita nell’essere andate oltre i propri limiti. Ma non è così. Una squadra che termina il proprio girone annientandolo e si presenta alla fase calda con una voragine di vantaggio sulle altre non ha bisogno di fare nulla di diverso da quello che sa fare per avere la meglio sul suo avversario.
E, anzi, è un altro l’avversario che in questi casi deve spaventare per davvero: se stessi.
La paura, l’ansia, il terrore di non riuscire a confermare, in primis a se stesse, di essere le più forti.
Ed è qui che interviene LA MAGIA: perché la Vastes dei playoff era in preda ad una vera e propria maledizione, che l’ha costretta per troppe gare ad essere l’ombra di se stessa. Poi, ad un certo punto, nel buio più nero di un primato sfumato proprio alla soglia della partita dell’anno, il calendario destina a Grotta (perché di destino si tratta, per lo meno per chi ci crede) un quarto di finale di ritorno di Coppa contro Amandola. Una gara infrasettimanale a spezzare il ritmo di allenamento nella settimana decisiva che portava al match dei match, roba da mandare fuori di testa chiunque. E invece, quella “gara di troppo”, quel “fastidioso intermezzo” si è tramutato nell’incantesimo che serviva, guarda caso (ma quale caso…) proprio contro la formazione che lo scorso anno pose fine al sogno delle ragazze di coach Bonini. Call it magic.
Il resto è storia recente, nota, e nell’articolo della vigilia lo avevamo in qualche modo anche profetizzato: coraggio e possibilità, perché non è mai finita finché non è finita [“it ain’t over ‘til it’s over”].
Nella foto le ragazze che festeggiano e, dietro, coach Bonini che “carica nel bagagliaio”
la Serie B per portarsela a Grotta e metterla di fianco alla Supercoppa.
Non chiedeteci di raccontare cosa è successo oggi pomeriggio a Pesaro dal punto di vista tecnico, il perché e il percome sia andata così. Chi vince festeggia e chi perde spiega, disse il saggio [Velasco], e a noi stasera tocca di festeggiare.
Onorando l’avversario, cui sicuramente abbiamo rovinato la festa ma che, se saprà cogliere i giusti spunti da stasera, potrà sfruttare la seconda possibilità di accesso all’olimpo della B attraverso i playoff perché le possibilità non gli mancano di certo.
Ma, soprattutto, onorando il team Vastes, cui nell’ultima curva è riuscito il sorpasso decisivo col guizzo orgoglioso di chi non permette a nessuno di darle del morto.
In rigoroso ordine alfabetico di cognome: Sabrina Di Caterino, Silvia Forti, Carlotta Freddi, Ioana Frontoni, Michela Mattioli, Anna Patrassi, Giulia Ricci, Lucia Sandroni, Marina Santandrea, Martina Santarelli; e poi le giovani Alina ed Anna Kovalyshyn, sempre più di frequente annesse alla prima squadra, insieme ad altre giovani comunque determinanti ad elevare il livello di allenamento, senza dimenticare Egle Adorno, che ha iniziato la stagione in maglia Vastes per poi trasferirsi per motivi personali lasciando qui, ne siamo certi, un piccolo pezzettino di cuore; e Gioia Aliberti, forzatamente assente dal campo per il più bel motivo del mondo ma sempre presente di quella presenza che si sente eccome (chi ha giocato e fatto parte di un gruppo sa di cosa parlo). E poi naturalmente Claudio Bonini, il condottiero di questo gruppo, coadiuvato da Roberto Ricci, ma anche da tutti gli altri collaboratori che non nominiamo per il terrore (misto a certezza) di dimenticare qualcuno. A tutt*, ma proprio tutt* voi, va il nostro ringraziamento più fiero, sentito e sincero, come società e come movimento pallavolistico.
Per la prima volta nella sua lunghissima storia pallavolistica Grottazzolina fa il suo ingresso in Serie B con una formazione femminile; ed in questo capitolo di storia, sappiatelo, rimarranno per sempre scritti i Vostri nomi. Call it magic, Call it true.