Un ‘Paz’ versione 2.0!
La chiacchierata con Paz parte da un video di una manciata di secondi. Il video racconta l’ultimo punto della stagione 2019-20, a Sabaudia, prima che lo stop forzato dovuto al lockdown annullasse tutto.
Quella palla, scherzo del destino, la mette a terra proprio Mattia “Paz” Minnoni. L’ultima azione dell’ultimo set dell’ultima partita di un campionato (fin lì) stellare. Punto di Paz, game set match.
E la storia infinita di Mattia Minnoni giocatore finisce lì, per sua scelta, mettendo il sigillo al campionato dei record della sua Videx.
Il suo obiettivo, me lo rivelò ad inizio stagione, era fare almeno un punto in ogni campionato disputato, e dato che la A3 prima della passata stagione non esisteva, quest’ultima moneta mancava dall’appello della sua collezione infinita che, Superlega a parte, conteneva tutte le tappe possibili dalla Prima Divisione alla Serie A2. Ci aveva provato più volte, entrando al servizio, ma stranamente (rispetto anche alle stagioni di A2) stavolta non gli era ancora riuscita l’impresa di un ace. Un’ossessione, quasi, tanto che quel ultimo punto a Sabaudia ha assunto i contorni di una sorta di liberazione.
Poi lo stop, lunghissimo, anzi… definitivo.
“Una partita che mi ha fatto riflettere parecchio, ho vissuto sensazioni molto particolari…” – ci rivela Paz, emozionante ed appassionato come sempre – “Giocare senza saluto iniziale, senza pubblico… una cosa mai vista e vissuta, grazie a Dio. L’ho presa così, come un finale stra-ordinario di un’annata che rimarrà giocoforza indimenticabile, in negativo per via dell’emergenza sanitaria, ed in positivo per via del cammino incredibile che abbiamo fatto.”
Un cammino che Mattia ripercorre con grande fierezza: “Con questa maglia ho vissuto tantissime squadre, tantissimi gruppi, ma questa è veramente stata la squadra perfetta, una macchina da guerra sotto tanti punti di vista: tecnico ed umano, ragazzi straordinari, grandi professionisti in cui l’umiltà l’ha sempre fatta da padrone. Nonostante i tanti nomi in organico, nessuno ha mai voluto alzare la cresta. Un clima di grande squadra che si è visto nel gioco, un gruppo che in campo ha fatto sempre la scelta giusta, in un campionato nuovo e senza riferimenti è riuscita a tenere un tabellino di marcia immacolato. Lo dico con grande presunzione, era una squadra che avrebbe vinto sicuramente! Non ha mai manifestato punti deboli o cedimenti, sono contento, fiero ed orgoglioso di chiudere la mia carriera di giocatore da capitano della squadra più perfetta che sia mai stata a Grottazzolina.”
Parole forti, ma di cui Paz è fermamente convinto: “Ogni volta che c’era un piccolo calo la squadra trovava sempre la capacità di rimboccarsi le maniche subito ed accelerare, quelle accelerazioni che lasciavano puntualmente l’avversario di stucco. Una cosa mai vista, tutte faticavano a stare punto a punto contro di noi, poi si accelerava un attimo e prendevamo il via, una roba straordinaria e mai vissuta prima. E qui viene fuori anche la cosa che più di tutte mi ha rotto le scatole (“i coglioni”, per l’esattezza, usando un francesismo), e cioè che tutto questo sia passato come se nulla fosse successo! Noi meritavamo di fare la A2 assolutamente, la delusione è immensa perché nello sport un risultato ed un cammino del genere non possono essere annullati o non visti, è una assurdità ed una ingiustizia immane. Per me ricominciare a fronte di un sopruso del genere è impossibile. Ricomincio, ma in una veste totalmente diversa perché la delusione provata è incolmabile.”
Un nuovo inizio, dunque, in una configurazione del tutto nuova ed inedita, per te: “Esatto, per me questo non è un 2020, ma un duepuntozero-duepuntozero, ricomincio da un altro ruolo di cui sono felice e fiero. Sono felice peraltro di lasciare la fascia di capitano a Riccardino (Vecchi, ndr), perché credo che sia un’investitura in grado di fargli fare un ulteriore salto di qualità. Dal punto di vista tecnico e umano è una persona fantastica, gli mancava solo la necessità di prendersi un pizzico in più di responsabilità che questo ruolo certamente farà emergere. Io ho rappresentato, al contempo, il vecchio e il nuovo corso societario, lui è l’incarnazione piena e vivente di cosa è e fa M&G, quindi sono contentissimo per lui così come lo sono per Stefano Perini, che è un mio grandissimo amico e con il quale ho molte affinità. Lascio a lui la mia ‘eredità’, è un ragazzo che merita appieno una chance in Serie A.”
Eppure tutti, me compreso, davano per scontato un ulteriore extratime nella carriera di Mattia, interrotta in maniera troppo brusca dal Covid: “Molti me lo hanno detto, ma io non do mai niente per scontato, e anzi lo stop forzato mi ha fatto capire a chiare lettere che dovevo fermarmi e chiudere con questo splendido meraviglioso ricordo. Il lockdown ci ha fatti passare all’improvviso dalla frenesia di arrivarle tutte all’immobilità più totale: dal correre per arrivare in tempo all’allenamento dopo giornate intense di lavoro, allo stare a casa con la possibilità di godersi la famiglia come credo mai era capitato prima… è pazzesco! Ho anche riflettuto sul fatto di lasciare tutto, godermi il mio tempo e la tranquillità, ma vent’anni non si cancellano in un secondo. Così è arrivata la soddisfazione di superare l’esame di secondo grado che mi dà ufficialmente la possibilità di essere il vice di Massimiliano e di iniziare un cammino nuovo e lungo… non so dove mi porterà ma intanto, come in ogni lungo viaggio, si inizia sempre con il primo passo…”
In molti abbiamo pensato di lasciare tutto Paz, è legittimo di fronte a certe pagine epocali della storia e nondimeno di fronte a certe delusioni sportive che di sport, sicuramente, hanno meno di zero. E’ questione di fare una scelta, arrendersi o continuare (pur in una veste diversa) a credere in una passione infinita che prescinde anche da chi si vuole arrogare il diritto di governarla.
E a Grotta, come spesso è accaduto in passato e accade tuttora, in questi casi vince “la tigna”.