Yuasa Battery, pazienza e sorriso: le voci dei protagonisti dopo Monza

Coach Ortenzi: “A Monza decisivo il servizio, ma anche la pazienza.” Petkovic: “Che sia un nuovo inizio.”

Il sorriso non lo perder mai, qualunque cosa ti accada qualcosa ti inventerai, non la vedi ma è la tua strada. E’ felice coach Ortenzi, nel giorno del suo compleanno. Il sorriso, in realtà, non l’ha mai perso l’allenatore più giovane della Superlega, nemmeno al termine di un girone di andata maledetto, chiuso senza vittorie e falcidiato dai tanti infortuni in alcuni uomini chiave. Non l’ha perso nemmeno in settimana, quando in partenza per Monza la “sua” Yuasa ha dovuto lasciare a casa Oleg Antonov, per il riacutizzarsi di un problema muscolare nell’immediata vigilia di uno dei match più importanti della stagione. Predica pazienza, continuamente, in allenamento. Qualcosa ti inventerai, scrive Nesli in questo pezzo reso poi celebre dalla voce di Emma Marrone. “Non ci siamo inventati nulla, in realtà – dice il coach – se non il fatto di giocare la nostra migliore pallavolo facendo quello che dovevamo fare, ovvero rimanere sempre attaccati alla partita, cosa che ci ripetiamo costantemente dall’inizio della stagione per competere a questi livelli”. Qualcosa, aggiungiamo noi, in realtà coach Ortenzi con il suo staff (che non va mai dimenticato) se lo sono inventati, ed è il ritmo forsennato che la sua squadra ha impresso al servizio, a fronte di una tenuta in ricezione che in altre gare non era stata di pari livello, e che invece ieri ha permesso a Zhukouski di esprimere la propria migliore versione. Bisogna dunque dare ragione a Nesli, che peraltro è marchigiano ed è anche coetaneo di Ortenzi, anche lui di dicembre. Evidentemente, le connessioni nascoste da fili invisibili a volte si palesano. “Quando perdi tante partite – continua l’allenatore nella sua disamina – senti il peso di non riuscire a vincere, e lì e difficile rimanere sul pezzo e mantenere alte le motivazioni. Questa vittoria invece è figlia della capacità che hanno avuto i ragazzi di non strafare, di avere pazienza, di sopportare, lo stiamo facendo da mesi e ieri è venuto finalmente fuori anche in campo.” Una partita che poteva essere quasi decisiva, in caso di sconfitta, ma che non risolve ovviamente tutto ora che è arrivata la prima attesissima vittoria: “Non eravamo malati terminali prima, non siamo guariti oggi. Coi ragazzi ci siamo ripromessi di provarci fino in fondo, abbiamo vinto nel momento e nel modo più difficile, e questa è stata una grande risposta da parte loro. ”

Photocredit Ufficio Stampa Vero Volley Monza

Parole da leader anche quelle di un Dusan Petkovic finalmente ritrovato, protagonista assoluto del match con 18 punti all’attivo e giustamente premiato come MVP. Ai complimenti per il fatto di essere stato eletto MVP e per la vittoria di squadra, il serbo ha subito voluto rispondere rimettendo le cose nel giusto ordine: “E’ il contrario, semmai, complimenti alla squadra per i tre punti in un match difficile, e a me per il premio di MVP.” Finalmente sorridente l’opposto della Yuasa Battery, dopo un girone di andata caratterizzato dalla super partita disputata all’esordio proprio contro Monza (trenta punti per lui), ma anche dall’infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi tutte le gare restanti. Ora, la condizione ritrovata coincide anche con una splendida prestazione di squadra e con la prima vittoria di sempre in Superlega per Grottazzolina: “Sono molto felice che siamo riusciti a vincere oggi, abbiamo atteso questa vittoria per tanto tempo, finalmente è arrivata e l’emozione è grande. Spero che possa essere solo la prima, che sia per noi un nuovo inizio e che possano seguirne tante altre.”

Photocredit Ufficio Stampa Vero Volley Monza

E’ quello che sperano i tanti tifosi ed appassionati che hanno a cuore le sorti della più piccola realtà pallavolistica mai approdata in Superlega, la cui storica prima vittoria è nel frattempo finita nelle “pagine” di tanti broadcaster nazionali. “L’obiettivo che ci siamo dati dall’inizio – conclude coach Ortenzi – è quello di lasciare una traccia, sul territorio, nello sport e nel sociale. Quanto questa sarà profonda lo scopriremo solo cammin facendo, ma lo dovremo fare senza mai snaturarci”. Non è scontato, né è cosa da poco. E tutto questo lo si può fare solo col sorriso.