Yuasa Battery, Antonov a cuore aperto: “Sognavo le Olimpiadi e anche di giocare a Grottazzolina”

GROTTAZZOLINA – Dal sogno Olimpico (realizzato) al tempo libero trascorso con i tre figli. Parla a cuore aperto Oleg Antonov, schiacciatore della Yuasa Battery Grottazzolina al giro di boa di una stagione che lo ha riportato, a distanza di 28 anni, proprio a Grottazzolina, una scelta per nulla banale e scritta nel suo destino. Il tutto a pochi giorni da una sfida importantissima in casa contro Modena, dopo il colpo esterno di Monza (primo storico successo per la Yuasa in Superlega) che ha ridato grande entusiasmo a tutto l’ambiente ma soprattutto ha dato un nuovo volto alla classifica della Yuasa. Domenica si va alla ricerca del bis con la gara in programma alle ore 19 in un PalaSavelli che si attende in grande fermento proprio per l’ultima gara interna del 2024. Ma tornando ad Oleg Antonov è curioso anche conoscere come passa il tempo libero lontano dal Palas.
“Non c’è moltissimo tempo libero. Sono un papà di tre figli, il mio tempo libero lo occupo a fare felicemente il papà. Tutti e tre giocano a pallavolo, li accompagno e mi chiedono spesso qualche dritta. Hanno scelto loro liberamente il volley dopo aver fatto esperienze con tennis e nuoto. La maggior parte della giornata in realtà trascorre tra allenamenti e compiti, rimane giusto il tempo per andare a dormire”.
Allenamenti si ma anche le trasferte portano via tempo anche se Oleg è abituato a ben altre distanze: “L’anno scorso ho giocato in Russia, le trasferte erano lunghissime: si partiva il venerdì sera e si tornava il lunedì. Si prendeva l’aereo sempre, tanti scali e anche fusi orari da superare. Diciamo che qui in Italia siamo fortunati: la trasferta è solo questione di qualche ora in realtà. Tutta un’altra storia”.
Grottazzolina segnata nel suo destino, con un rapporto familiare che appunto nasce diversi lustri fa.
“Mio papà Jari ha giocato qui, in realtà per me è stato un ritorno a Grottazzolina. Sono molto contento di esserci. Quando ero piccolo avevo due sogni: giocare le Olimpiadi come massima espressione dello sport e il secondo era quello un giorno di giocare a Grottazzolina. Ora sono a posto perché li ho realizzati entrambi”.
Le Olimpiadi appunto che lui ha vissuto da protagonista a Rio de Janeiro nel 2016 con la nazionale azzurra, conquistando anche la medaglia di argento. Proprio sull’esperienza a cinque cerchi si è confrontato qualche giorno fa al Palas di Grottazzolina, con i ragazzi dell’Isc Cestoni, e con altri quattro atleti che hanno vissuto la fantastica esperienza olimpica.
“Ho giocato a Rio 2016 e descrivere cosa si prova a parola è molto difficile. La cosa strana è che quando torni a casa, inizi a capire cosa hai fatto; ti rendi conto che è stato un percorso molto difficile che è arrivato al suo apice. Da dentro non te ne accorgi perché sei concentrato sul campo e sul gioco ma poi realizzi solo successivamente la bellezza di quell’evento. Ricordare quei momenti e dialogare con i ragazzi nei giorni scorsi è stato fantastico, e ti rendi conto come lo sport ti faccia crescere anche e soprattutto come persona. Partecipare con gli altri atleti olimpici è stato assolutamente un bel momento di condivisione”.